La realtà non possiamo deformarla, dicevamo qui. Precisiamo che gli “scultori” della realtà non sono moltissimi; più numerosi sono i “pittori”, che non hanno grandi pretese, a parte quella di “decorare”, quindi “abbellire” un po’ le cose.
In particolare, è diffusa la tendenza a proiettare i propri sogni sulle persone con cui ci si ostina (ossessiona), come se queste fossero delle tele. Delle tele pregiate, la materia prima è buona (perché ogni persona ha un valore intrinseco inestimabile!); il punto, però, è che quelle tele non sono bianche. In molti casi, anzi, presentano numerose macchie che chi è innamorato [della propria idea] non vede. Oppure, per usare un’altra metafora, potremmo dire che sono lacere, ferite… Insomma, non sempre si tratta di macchie (peccati); a volte sono in ballo condizioni patologiche causate da mali subiti.
Il punto è che il “pittore”, anziché essere fiero e innamorato di sé, della propria arte, della propria abilità a trasformare tutto in (capolav)oro, si innamora di quella tela macchiata o lacera, che gli dà pur sempre la possibilità di dimostrare la propria bravura… anzi, quanto più la tela è rovinata, tanto più lui spicca. E poi c’è il gusto della sfida: “Vediamo cosa riuscirò a fare… se riuscirò a cambiarla!”. Ma non si può diventare martiri del proprio lavoro, che in certi casi soprattutto è prosciugante. Concretamente, fratellini, non siate martiri di niente e di nessuno, perché sarà sangue sprecato1Oltre al fatto che si può essere martiri solo di Dio: il resto è idolatria.. Per non parlare delle lacrime!
Se disprezzano il Sangue Preziosissimo di N.S.G.C. e le Lacrime della Sua Santissima Madre, in che conto potrebbero tenere i vostri? Non ci penseranno due volte, prima di provocare le une e spargere l’altro. Non solo metaforicamente, in qualche caso.
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