Quella persona, quella situazione… faranno davvero per te? Qui il criterio fondamentale per scoprirlo.
“Questa donna [sant’Anna] pregò con grande fervore affinché l’Altissimo le desse uno sposo che la aiutasse nell’osservanza della divina legge per essere perfetta nell’adempimento dei suoi precetti” (La Mistica Città di Dio, libro I, capitolo 12).
Qual è il fine primo del matrimonio? Avere un aiuto “ad personam” nell’osservanza della legge divina. “Non è bene che l’uomo sia solo; facciamogli un aiuto simile a lui” (Gen 2,18). Da Eva in poi, invece, molte donne hanno teso a tentare e deviare, più che sostenere e condurre verso Dio.
La visione giusta della donna è esattamente quella medievale, per quanto possa suonare provocatorio. La donna può e deve essere ponte, tra l’uomo e Dio, non ostacolo. Alla donna, d’altra parte, è dovuto un “culto” non idolatrico, ma un trattamento di grande riguardo, per questa dignità che ha (è quasi più “angelo” che uomo, in un senso più poetico che letterale).
Ma quanto detto vale per tutte le relazioni, di tutti i generi. Per dirla con sant’Ignazio: “L’uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio nostro Signore, e così raggiungere la salvezza; le altre realtà di questo mondo sono create per l’uomo e per aiutarlo a conseguire il fine per cui è creato. Da questo segue che l’uomo deve servirsene tanto quanto lo aiutano per il suo fine, e deve allontanarsene tanto quanto gli sono di ostacolo. Perciò è necessario renderci indifferenti verso tutte le realtà create“.
Taglia, taglia, taglia! Taglia tutto ciò che ti è occasione di scandalo! È meglio per te entrare nella vita con una mano sola… o con un amico solo… o con nessuno, anziché andare all’inferno in “buona” compagnia.
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